
Natale in Europa
Come si festeggia il Natale in Europa? Ogni Paese ha le sue tradizioni e quella del Natale è una delle più importanti. Scopriamo come i Paesi europei festeggiano il Natale.
Natale in Europa
Svizzera: ai bambini si racconta che durante la notte di Natale gli animali riescono a capire e parlare la lingua degli esseri umani. I giovani indossano abiti sfarzosi e sfilano per le vie illuminate, levando alta una grande stella e cantando canzoni, mentre le case vengono addobbate con ghirlande di agrifoglio e di vischio. A Zurigo un tram dorato e illuminato (il Maerlitram, cioè tram delle fate) percorre le vie del centro, pilotato da un Babbo Natale e da una fatina che portano a spasso gratuitamente i bambini fino ai 10 anni di età. A proposito di Svizzera, se vuoi fare un regalo speciale al tuo bambino, leggi questo articolo!
Francia: i contadini bruciano un grosso ceppo di cui però conservano il tizzone per accendere il fuoco il primo giorno dell’anno seguente, in segno di buon auspicio. A Parigi (se vuoi visitarla, dai un’occhiata qui), ogni pianta viene addobbata a festa e tutta la città è una luminaria, non a caso è la Ville Lumière… Tutte le chiese più importanti della città, durante la notte di Natale sono strapiene (a parte questo brutto periodo di pandemia) e occorre prenotare molto tempo prima.
Spagna: il Paese della Navidad, che viene festeggiata con grande allegria, secondo l’usanza tipicamente spagnola, con chitarre, zampogne, tamburi, petardi oltre che canti sacri nelle chiese. La tavola natalizia si imbandisce di tacchino, cappone, torrone e marzapane. Secondo la tradizione, però, chi porta i doni ai bambini non è Babbo Natale ma sono i Re Magi, los Reyes, quindi i piccoli devono aspettare il giorno dell’Epifania per ricevere i regali. Ovviamente oggi le cose sono cambiate e Babbo Natale porta i regali anche ai bambini spagnoli. Se il tuo prossimo viaggio sarà in Spagna, dai un’occhiata qui.
Inghilterra: le strade delle città sono deserte durante la sera del 24 e il giorno del 25 dicembre perché le persone si riuniscono in casa, nell’intimità familiare. Le abitazioni sono addobbate con grandi abeti, ghirlande di pino e agrifoglio. Il pranzo natalizio termina con il classico dolce Plum Pudding, a base di uova, mandorle, frutta candita e spezie, ornata di fiori disposti a corona e di candeline a cui spetta all’ospite più importante l’onore di spegnere la prima e, a seguire, agli altri ospiti le rimanenti. A metà pomeriggio però tutti gli inglesi hanno appuntamento con… La regina! Accendono la TV e ascoltano il discorso di auguri che la sovrana rivolge alla Nazione. Se sarà Londra la tua prossima meta, leggi questo articolo!
Germania: il Natale dura un mese, dall’ultima settimana di Novembre quando le mamme preparano i doni Natalizi e gli addobbi per l’albero di Natale, che rimarranno un segreto fino al 25 dicembre, giorno in cui verrà aperta la porta della stanza dove si trova l’albero, con grande meraviglia dei più piccoli. Sia le case che le chiese vengono addobbate con le adventskranz, le corone di rami di abete intrecciati con nastri rossi, dorati e argentati e in cui vengono fissate delle candele, tante quante sono le domeniche dell’Avvento: ogni domenica se ne accende una, le ultime due sono dette Domenica d’argento e Domenica d’oro. Il giorno di Natale i tedeschi lo trascorrono in famiglia, intorno a una tavola imbandita e mangiando l’oca farcita. Nel pomeriggio i genitori portano i bambini a teatro a vedere Il Flauto Magico di Mozart o Hansel und Gretel di Humperdinck. A portare i doni ai bambini, anche in questo caso (ma ormai la tradizione si è allineata con quella di Babbo di Natale) non è il simpatico vecchietto vestito di rosso, ma San Nicola e non il 25 ma il 6 Dicembre. Ma se hai letto il mio ultimo articolo, sai che tra i due personaggi non c’è molta differenza.
Austria: alcuni giorni prima di Natale i bambini scrivono una letterina a Gesù bambino e la lasciano sul davanzale della finestra. Se al suo posto troveranno un ramo di abete, significa che la lettera è arrivata a destinazione. La cena della Vigilia è a base di pesce e prima della cena il capofamiglia legge la pagina del Vangelo sulla nascita di Gesù. A proposito di nascita di Gesù, leggi questo articolo!
Danimarca: secondo una credenza popolare, durante la notte di Natale, i mobili di casa parlano tra loro, lodando o biasimando i comportamenti dei padroni di casa. E questo vuole essere un invito a comportarsi bene anche tra le mura domestiche. Per quanto riguarda la Danimarca, leggi la mia intervista a Giulia Tiddens.
Svezia: strade e piazze vengono addobbate con ghirlande, abeti e luci colorate. Nelle case si accendono candele ogni Domenica dell’Avvento fino a illuminare tutto il candelabro a quattro bracci la Domenica prima di Natale. Ancor prima di questa festa, però, gli svedesi festeggiano Santa Lucia, il 14 Dicembre. Ogni ufficio, scuola, comunità elegge la propria “Lucia”, la quale, vestita di bianco e con una corona di luce in testa e una fascia di seta rossa stretta in vita, porta doni e auguri ai bambini degli orfanotrofi, degli ospedali e degli asili. Anche i bambini e i ragazzi si vestono di bianco con una fascia rossa in vita e una stella appesa a un bastone e si presentano davanti a genitori e parenti, i quali ricambiano i loro auguri con dolci e doni. Il 24 Dicembre, dopo pranzo, arriva Babbo Natale, in svedese Jultomte (Jul, infatti, in svedese significa Natale) che, letteralmente può essere tradotto con “lo gnomo del Natale”. Alla messa di Natale, invece, si va la mattina presto. E , a proposito di Santa Lucia, guarda cosa si fa a Siena durante questa ricorrenza.
Norvegia: i pescatori stendono sulla riva delle grosse reti perché Gesù bambino le riempia. Le barche al largo, invece, vengono addobbate con un abete, ornato di lumi e festoni d’argento, simbolo della famiglia lontana, cui si pensa con nostalgia. Le funzioni liturgiche della Vigilia vengono celebrate nel pomeriggio, a causa del grande freddo. Al ritorno dalla chiesa, il capofamiglia legge una pagina della Bibbia e poi la famiglia si raduna intorno alla tavola. Al termine della cena, i bambini scartano i regali e fanno un girotondo intorno all’albero. In quei giorni il cibo non deve mancare per nessuno, neanche per gli animali (tranne il povero gatto, considerato traditore) a cui si distribuisce una doppia razione. Anche gli uccellini hanno cibo in abbondanza, infatti negli spazi aperti si piantano dei pali a cui si appendono dei piccoli fasci di avena. E sotto i porticati e sui davanzali si lasciano scodelle di minestra calda per i più bisognosi. C’è una famiglia viaggiatrice che ogni volta in Norvegia ci lascia un pezzo di cuore, sto parlando di The Reds on the road, miei ospiti in quest’intervista.
Finlandia: il Natale inizia al tramonto del 24 dicembre, quando radio e TV lanciano al Paese un messaggio di pace. Si preparano albero e regali in gran fretta, poi le famiglie si recano al cimitero per accendere una candela per i propri defunti. Prima di andare a letto, i bambini lasciano una ciotola di riso e latte per le renne di Babbo Natale. In Lapponia, nonostante il freddo torrido, la sera di Natale si cena a porte aperte perché qualunque passante possa entrare ed essere il benvenuto a sedersi a tavola. Proprio in questa regione, patria di Babbo Natale (Sankta Claus in finlandese) si trova la capanna di legno nascosta nel bosco del simpatico vecchietto vestito di rosso, impegnato per gran parte dell’anno a leggere le lettere dei bambini e preparare i regali, aiutato da un gruppo di folletti e gnometti. Qual è il suo indirizzo? Bambini segnatevelo, anche se basta scrivere a Babbo Natale – Lapponia (il postino sa già dove recapitare la lettera). Comunque, l’indirizzo esatto è: Sankta Claus – Post Office – Sankta Claus Land – Artic Circle SF 96930 Rovaniemi – Finlandia. Se vuoi prendere spunto per la lettera di risposta di Babbo Natale ai bambini, guarda qui!
Polonia: durante l’Avvento vengono preparare grandi ostie con immagini di Gesù, della Madonna e della Cometa, che vengono spezzate dai commensali, durante la cena della Vigilia, in segno di pace e di perdono. I pezzi di ostia vengono anche spediti ai parenti e agli amici che vivono lontani dalla Polonia. Molte tradizioni natalizie sono legate alla vita contadina, per cui la sera della vigilia, in campagna prima di mettersi a tavola, il padrone di casa mette in ogni angolo della sala da pranzo dei covoni di spighe come augurio di buon raccolto. In città, invece, ci si accontenta di spargere alcune spighe sulla tavola. Un tempo, i nobili invitavano a tavola i domestici e ancora oggi si è soliti invitare una persona che vive da sola. Se non si riesce a trovarla, si lascia un posto vuoto: è per Gesù, che può sempre bussare alla porta. A proposito di tradizione contadina, dai un’occhiata a questa video ricetta!
Grecia: il pomeriggio del 25 dicembre, si accendono dei grandi falò nelle piazze delle città, attorno a cui si radunano i bambini che cantano in girotondo attorno al fuoco. La mattina dopo, i bambini trovano accanto al letto dei dolci, un bastone e una borsa. Con il bastone e la borsa, i ragazzi girano di casa in casa, augurando Buon Natale e ricevendo dolcetti e monetine. Secondo la tradizione, non si addobba l’albero in Grecia. Le case vengono ornate con rami di ulivo, pianta sacra già alla Dea Atena. Durante il pranzo di Natale si mangia il kristofsomo, il pane di Cristo, decorato di noci. Se ti piace la cucina greca, dai un’occhiata a quest’articolo!
Russia: il Natale non è il 25 Dicembre ma la notte tra il 6 e il 7 gennaio perché la Chiesa ortodossa segue il calendario giuliano. Di questa differenza di alcuni giorni tra il nostro calendario gregoriano e il calendario giuliano ne avevo già parlato nella newsletter di marzo 2020 “Siamo Donne”, in cui spiegai la vera storia della Festa della donna che non è quella che ti raccontano fin dall’infanzia, delle donne morte in fabbrica durante un incendio scoppiato agli inizi del ‘900. La faccenda è ben più complessa e solo chi ha letto quella newsletter è tra i pochi che ne sono a conoscenza perché non si trovano molte fonti sull’argomento. Se ti interessa approfondirla, possiamo parlarne nei commenti. Se, invece, non vuoi perderti altre newsletter interessanti come quella dello scorso anno, iscriviti subito! Tornando a noi, in Russia il Natale è particolarmente sentito perché per molti anni è stato vietato dal regime sovietico. In tutte le chiese russe, una grande parete di legno pregiato dipinta di immagini sacre (iconostasi) separa i fedeli dal presbiterio. Nel momento più solenne della celebrazione, le porte centrali dell’iconostasi si spalancano, facendo illuminare la folla inginocchiata. Secondo la tradizione popolare, invece, Babbo Natale non è l’unico personaggio del Natale, ma ci sono anche Nonno Gelo, Fiocco di Neve, la Figlia delle Nevi che viaggia a bordo di una troika, una slitta trainata da cavalli, mentre Babbo Natale viaggia in elicottero.
Ucraina: anche qui il Natale si celebra il 7 Gennaio. La preparazione dura diverse settimane perché i bambini sono impegnati nel preparare una piccola recita, fatta di poesie, monologhi e canti, detti kolady e devono anche preparare i costumi per lo spettacolo che poi presenteranno di casa in casa. La tournée dura fino al primo giorno di Quaresima. Anche in questo caso, il grano è protagonista perché alcuni chicchi vengono lanciati agli spettatori come augurio di buon raccolto. Al termine dello spettacolo, il pubblico regalerà dolci e piccoli doni alla compagnia. La cena della Vigilia è a base di Kotia, il cibo di Dio, preparato con grano, miele, uva, mandorle, semi di papavero e termina con la Bevanda di Dio, una gelatina di frutti rossi. La kotia che avanza viene lasciata sui davanzali insieme a un bicchierino di acquavite per i defunti. Terminata la cena si va alla Messa di mezzanotte, che si chiama pasterka, cioè Messa dei Pastori. Questa tradizione ucraina della recita è proprio carina, potremmo seguirla anche noi, magari in forma ridotta solo per i parenti con cui trascorreremo il giorno di Natale. Per i costumi, puoi prendere spunto qui!
Conoscevi queste tradizioni sul Natale in Europa? Scrivilo nei commenti!
Fonte:
Ines Belsky Lagazzi: “Natale”, Paoline ed., Milano 1995
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