
Gastronomia etrusca
Sono tanti i capolavori di gastronomia che ci hanno lasciato gli Etruschi… Scopriamoli insieme!
Gastronomia etrusca
Dai reperti archeologici sono emersi numerosi utensili d cucina molto simili ai nostri, come gratelle per cuocere la carne, pentole, ramaioli, spiedi, coltelli, forchettoni oltre che oggetti per servire il cibo, come brocche, boccali, piatti e vasi.
Osservando gli affreschi della tomba Golini di Orvieto, si può notare come fossero ricche e ben organizzate le cucine delle famiglie aristocratiche: addirittura uno dei cuochi (quello in angolo, nella foto) è ritratto intento ad impastare la schiacciata con l’uva (ricetta della nostra tradizione che è evidentemente di origine etrusca).
Quando si parla di ricette di origine etrusca, però, quello che sappiamo lo abbiamo desunto da notizie di autori coevi Greci e Romani oppure dagli affreschi presenti nelle tombe o sulle ceramiche, perché gli Etruschi non ci hanno lasciato ricette scritte. Però si sono potute fare delle “deduzioni gastronomiche”. Furono gli Etruschi a creare alcune ricette tipiche della nostra tradizione gastronomica, tra cui:
- la Bistecca: gli Etruschi la preparavano con tranci di manzo e anche di maiale (da cui deriva la ricetta dell’Etrusca di maiale) arrostiti su legni odorosi con aggiunta di semi di finocchio, coste di sedano, foglie di alloro e bacche di ginepro
- i Galletti: da cui deriva il nostro pollo alla diavola, venivano cotti in maniera simile alla bistecca, aperti in due e aromatizzati con erbe tritate.
- il Fegato: da cui deriva la nostra ricetta dei fegatini con cui si preparano i crostini neri. Il fegato di maiale veniva cotto allo spiedo, in maniera simile ai nostri “fegatelli”. Il fegato veniva utilizzato anche dai sacerdoti per interpretare la volontà degli Dei: a Piacenza è conservato il modello in bronzo di un fegato di pecora.
- la Finocchiona: l’uso dei semi di finocchio dette origine alla finocchiona, il nostro capolavoro di salumeria. Il finocchio aveva, infatti, la caratteristica di rendere più facilmente digeribile la carne. Da qui deriva anche il termine “infinocchiare”, nel senso di fregare. Gli osti e i contadini, infatti, quando volevano vendere un vino non di ottima qualità, erano soliti accompagnarlo a vivande contenenti il finocchio, come, appunto, la finocchiona, in modo che alterassero il palato e rendessero, quindi, più difficile la degustazione.
- le Pappardelle: all’epoca l’impasto veniva preparato con farina di grano tenero, vino e miele. In assenza della forchetta, venivano tagliate a piccoli pezzi e condite con sugo di cacciagione.
- il Farro: da cui si ricavava la farina per preparare il pane. Inoltre, il farro veniva utilizzato per le zuppe e per le farinate. Questo cereale aveva infatti la caratteristica di essere molto resistente e facile da coltivare.
- la Schiacciata con l’uva: all’epoca preparata con farina di grano tenero e semola, impastate con uva, miele e vino
Qual è il piatto della gastronomia etrusca che ti piace di più? Scrivilo nei commenti!
Fonte:
Luciano Artusi e Donatella Cirri, “Storie della Storia di Firenze”, Sarnus ed. Firenze 2016
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