Le erbe selvatiche in tavola
Tempo fa, quando ancora era possibile fare qualche giratina nel fine settimana, andai a Siena con la mia famiglia ed entrai in una libreria meravigliosa, la Libreria Senese, dove trovai un libro che cercavo da tempo: “Le erbe in tavola” di Andrea Papini, ed. Sarnus, Firenze 2018.
Le erbe selvatiche in tavola
Il mondo delle erbe selvatiche mi ha sempre affascinato, vorrei imparare a riconoscerle per riscoprire gli antichi sapori della tradizione culinaria della mia regione, la Toscana, preparare i piatti come li preparava mia nonna, con quel tocco in più, dato proprio dalle erbe selvatiche, trovate nei campi o nei boschi.
Perché oltre ai nostri grandi classici come la ribollita, i tordelli lucchesi, il baccalà alla livornese, il cacciucco per non parlare della bistecca alla fiorentina, trovano la loro dignità anche la frittata di strigoli, le insalatine di campo, il risotto con gli asparagi selvatici, i ravioli all’ortica, la zuppa alla frantoiana, gli spaghetti al pesce con il finocchietto selvatico, le vellutate di porri selvatici… e mi fermo perché mi è già venuta l’acquolina in bocca…
Questa riscoperta della tradizione è importante per molte persone, tant’è che ho trovato molti libri, siti e gruppi Facebook sull’argomento. Voglio citarne alcuni:
Tra i libri: oltre al già citato di Andrea Papini
- “Erbe spontanee del Montalbano”, Comune di Carmignano, Masso delle Fate ed., Signa (FI) 2011
- “L’erbario in tavola”: non è proprio un libro ma una raccolta di fascicoli editi da Coop, su cui baserò il mio planning di luglio
Tra i siti internet:
- Alchimie selvatiche di Daniela Di Bartolo
Tra i gruppi Facebook:
Inoltre, può essere interessante visitare alcuni orti botanici. Io ho visitato il Giardino dei Semplici di Firenze.
Raccogliere un’erba selvatica richiede conoscenza ed è per questo che ho deciso di iscrivermi a un corso (purtroppo per il momento solo online, in linea con le direttive anticovid-19, ma spero di poterne frequentare presto uno da vivo); tutti i giorni mi rilasso guardando le foto di erbe selvatiche, pubblicate nei gruppi Facebook sopracitati e prima di addormentarmi leggo alcune pagine dei libri sull’argomento. Infatti, una scarsa conoscenza può essere molto pericolosa, perché alcune erbe selvatiche possono essere tossiche. Per il momento mi sono limitata a raccogliere papaveri, finocchietto e camomilla.. E prima di fare danni, chiedo consiglio a qualche esperto.
Purtroppo questa conoscenza si è persa, un tempo le nonne andavano a cercare le erbe di campo e tornavano a casa con sacchettate piene di tante cose buone. Però le nonne hanno sbagliato, lo devo dire, hanno sbagliato a non trasmetterci questo sapere, che invece a loro era stato insegnato. Per fortuna lo zio di mio marito conosce bene alcune erbe di campo, quindi cercherò di farmi insegnare tutto quello che sa e di trasmetterlo a mio figlio.
Una cosa importante, oltre a non raccogliere erbe a caso, senza conoscerle, è anche raccogliere con rispetto. Bruno Campolmi, “il pompiere ecologo”, diceva che “il cercatore di erbette non deve essere come un cinghiale che divora erbacce senza pietà ma, con le sue erbette ci deve parlare, le deve amare e rispettare senza farne stragi e buttarle via, magari dopo una settimana in frigorifero”. Questo è importante, raccogliere quello che serve, nella giusta quantità perché ognuno ha diritto di raccogliere dopo di noi, le piante non devono morire e i boschi non devono essere distrutti.
Le erbe selvatiche, oltre che ottime in cucina, possono essere utilizzate a scopo curativo, per alleviare alcuni malanni di stagione. Ad esempio papavero e camomilla sono perfetti contro l’insonnia che in primavera fa disperare chi ne soffre, come me… Per alleviare questo problema, puoi utilizzare i semi di papavero per condire le tue insalate e bere un infuso di camomilla prima di coricarti (occhio a non lasciare i fiori in infusione per più di 5 minuti, perché altrimenti ottieni l’effetto contrario e rischierai di passare la notte in bianco).
L’aspetto curativo delle erbe selvatiche sta anche nella modalità di raccolta. Infatti, andare a passeggiare alla ricerca di erbe selvatiche è già una medicina non da poco. L’aria pulita, il vento che accarezza i capelli, il sole che riscalda la pelle, i colori e profumi della natura, in questo modo si abbandona lo stress e si fa spazio al relax e al benessere.
Quindi, coraggio, con un po’ di esperienza si impara a riconoscere le erbe selvatiche e a utilizzarle per stare bene o in cucina, per non perdere la nostra tradizione.
Tu quali erbe selvatiche conosci? Scrivilo nei commenti!
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