Papavero, in un campo di grano.
Papaver sembra derivi dal celtico “papa”, cioè “pappa” perché i semi di questo fiore venivano messi nelle pappe dei bambini per farli dormire; Rhoeas deriva dal greco “rhein” che significa “cadere”, nome dovuto alla fragilità dei petali.
Il papaver rhoeas non ha niente a che vedere con il papavero da oppio.
Papavero, in un campo di grano
Di origine probabilmente asiatica, si è diffuso in tutto il mondo grazie al frumento. Questa pianta è infatti legata al grano: dove c’è grano, ci sono papaveri ed è proprio grazie alla lavorazione agricola dei campi che i semi in profondità tornano in superficie.
Il legame con le pratiche agricole lo si ritrova già in epoca romana: la dea delle messi e dell’agricoltura Cerere, infatti, è rappresentata con spighe di grano e fiori di papavero tra i capelli e tra le braccia.
In epoca più moderna, questo legame è citato nel primo verso della canzone di Nilla Pizzi “Papaveri e Papere”: Su un campo di grano che dirvi non so, un dì Paperina col babbo passò e vide degli alti papaveri al sole brillar e lì si incantò… (so che l’hai letta cantandola…)
Il papavero è infestante dei campi di cereali, dei prati incolti, dei margini delle strade e dei ruderi, infatti lo si trova un po’ ovunque.
E’ una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Papaveracee. Ha gambo lungo con foglie pelose, a forma di penna a punta acuta. Il fiore è costituito da 4 petali scarlatti con una macchia nera alla base, fragilissimi, che cadono facilmente, lasciando solo i pistilli e i numerosi stami neri.
Ha proprietà emollienti, sudorifere e sedative, caratteristica, quest’ultima, conosciuta bene da Ercole, che infatti riuscì a superare una delle sue Dodici Fatiche, dando una manciata di semi di papavero a Cerbero, il cane a tre teste dell’Ade, facendolo addormentare.
E’ simbolo di sangue versato, così come ci ricorda Fabrizio De André nella sua canzone ” La Guerra di Piero”. Secondo una leggenda, Gengis Khan, al termine di ogni battaglia, spargeva semi di papavero sui campi dove era avvenuta la lotta, in ricordo e in rispetto dei soldati che avevano perso la vita.
Utilizzo i cucina: I semi di papavero vengono utilizzati in cucina, ad esempio nell’impasto del pane oppure in pasticceria nella preparazione di golosissimi dolci; inoltre sono utilizzati per condire le insalate. Le foglie si possono utilizzare per preparare frittate, minestre, torte salate e frittelle.
Utilizzo a scopo curativo (solo previo parere medico): i petali di papavero, essiccati, possono essere utilizzati per preparare tisane rilassanti ed espettoranti (perfette per chi soffre di tosse notturna che impedisce il dolce sonno).
Il papavero è uno dei fiori selvatici che amo di più. Qual è il tuo preferito? Scrivilo nei commenti!
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Fonti:
“L’erbario in tavola”, Coop.
Giorgio Batini, “Il verde in cucina”, ed. Bonechi, Firenze 2001
Franco Lodini, “Erbe selvatiche”, Giunti ed., Firenze 2018
“Erbe spontanee del Montalbano”, Masso delle Fate ed., Signa (FI) 2011
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