Cyberbullismo: il nuovo modo di essere violenti.
Uno dei fenomeni che oggi spaventa di più noi genitori (almeno, parlo per quanto mi riguarda) è quello del cyberbullismo e del bullismo in genere. Ne parlavamo proprio qualche sera fa a cena, io e una mia amica, con grande preoccupazione. Sembravano un po’ discorsi da nonne, più che da mamme, della serie “non ci sono più i valori di una volta”, “non si sa dove s’andrà a finire”, ecc… Ma la verità è che questo fenomeno, che io spero si risolverà nei prossimi anni, ci terrorizza.. Ce ne parla la nostra pedagogista clinico Chiara del blog Solo Mamma? No, grazie!
Cyberbullismo: il nuovo modo di essere violenti.
Negli ultimi anni è cresciuta una propensione nei confronti della tecnologia non indifferente che ha avvicinato non solo i giovani, ma anche
i giovanissimi.
Gli effetti prodotti dell’uso esagerato di tablet, smartphone, pc e quant’altro non rappresenta soltanto un aiuto nei compiti per le nuove generazioni, ma mette in rilievo dinamiche spesso nascoste e pericolose.
Se prima bastava guardare in faccia un compagno di classe e prenderlo in giro verbalmente o fisicamente, adesso si usano mezzi che lavorano in maniera più nascosta e pertanto più rischiosa.
Il cyberbullismo è quel fenomeno in cui il bullo interviene attraverso l’uso di internet. Il soggetto è meno esposto perché creando un profilo o un nickname falso difficilmente potrebbe essere riconosciuto, magari è proprio il compagno di banco o il vicino di casa!
Un’altra caratteristica è che ha un largo raggio, non è chiuso soltanto nei luoghi frequentati dalla cosiddetta “vittima” ma può estendersi e uscire fuori dalla propria città o paese.
È sicuramente più difficile da affrontare, perché di fronte non si ha la persona in carne ed ossa, ma semplicemente il nostro schermo del pc o
cellulare.
Negli ultimi anni tanto stanno facendo le istituzioni il 29 maggio 2017, infatti, il Parlamento Italiano ha varato la legge n.71 entrata in vigore il 18 giugno 2017 dal titolo “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Ma non basta, la scuola e in primis la famiglia hanno il compito di lavorare insieme per educare i figli al rispetto dell’altro e all’uso corretto degli strumenti tecnologici. Oggigiorno molti genitori permettono ai propri figli di diventare uno youtuber, questo perché la società mostra una realtà distorta ai ragazzi, i quali crescono con la convinzione che tutti possano diventare delle pseudo celebrità e fare soldi facili postando in rete foto o video che li ritraggono nella loro quotidianità. Già, il problema però è che non fanno i conti con chi possa vedere queste foto e video.
Lo sbaglio che fanno alcuni genitori è quello di sdrammatizzare, permettere ad un figlio di 10 o 12 anni di finire in rete significa offrire opportunità ai pedofili di poter interagire con il ragazzo o il bambino.
Concludendo, è bene che i bambini e i ragazzi facciano uso della tecnologia, d’altronde sono chiamati nativi digitali, ma è utile:
– usare pc e smartphone in presenza dei genitori o di un adulto;
– stabilire un limite di tempo: mezz’ora è più che sufficiente;
– utilizzare gli strumenti tecnologici non solo per guardare video di personaggi famosi o giocare ai videogames, ma sfruttarli in maniera utile
e produttiva (fare una ricerca, trovare alcune informazioni per la famiglia o un prossimo viaggio).
So che purtroppo tra voi che leggete questo articolo, ci può essere qualche genitore che ha sofferto il supplizio di vedere il proprio figlio umiliato e devastato dalla prepotenza dei bulli. Se ti va di raccontare la tua drammatica esperienza, lo puoi fare nei commenti.. Ogni testimonianza, ogni singola parola è importantissima per cercare di risolvere il problema.
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