Gesù, lo straniero. Una riflessione su un tema di grande attualità.
“Ero straniero e mi avete ospitato” si legge nel Vangelo secondo Matteo.
Ma come Gesù, il più importante dei personaggi che sia mai esistito era uno straniero per qualcuno? Proprio lui a cui milioni di persone nel mondo rivolgono le proprie preghiere?
Ebbene, ho voluto parlare proprio di lui per aiutarci a riflettere su un tema di grande attualità e che non possiamo più far finta che non ci riguardi perché fa parte del mondo in cui viviamo: l’immigrazione. Non voglio assolutamente salire in cattedra o fare prediche (non sono né una professoressa né un prete) voglio soltanto cercare di dare il mio piccolo contributo per costruire un mondo migliore per i nostri bambini, il mondo in cui tutti viviamo.
Prima di cominciare, ci tengo a precisare che sono però anche d’accordo con chi dice che il sistema di politiche sociali non va bene. Il mio pensiero è che siamo tutti uguali e, quindi, nessuno dovrebbe essere privilegiato rispetto ad altri… o, se vogliamo, nessuno dovrebbe essere discriminato.
Gesù, lo straniero…
Gesù, nel corso della sua vita, è sempre stato uno straniero. Straniero da bambino, in Egitto, straniero a Gerusalemme. Ed era straniero anche a Nazaret, la sua città! Emarginato, rifiutato e invidiato perché ovviamente dotato di una forte autorità carismatica. A tal punto da diventare un nemico.
Essere straniero non vuol dire soltanto trovarsi lontani da casa, emarginati e rifiutati, ma anche soffrire a causa di questo rifiuto oltre che per altri aspetti che derivano da questa condizione: fame, sete, malattia.
Io non sono una santa, ho avuto anch’io i miei momenti di repulsa nei confronti degli immigrati. “Vengono qui, pensano di fare come se fossero a casa loro, non hanno rispetto!” NON HANNO RISPETTO… Mi vorrei concentrare su questa frase.
Per cambiare le cose, dobbiamo essere noi per primi a cambiarle… Ci si aspetta sempre che gli altri facciano la prima mossa, ma noi? Io quando pensavo che “gli immigrati non hanno rispetto per noi” che cosa facevo per cambiare la situazione? NIENTE! Anzi alimentavo il sentimento di odio che provavo nei loro confronti. Se li incontravo, li guardavo in cagnesco, se mi parlavano, rispondevo loro male…
E’ questo il modo di cambiare le cose, di migliorare questo povero mondo? No…
Davanti a noi non abbiamo solo dei parassiti, disonesti e cattivi. Sicuramente ci saranno anche loro, esattamente come ci sono tra noi italiani, tra noi popolo del mondo.
Abbiamo anche delle famiglie, mamme costrette a vendere trincaglierie sulla spiaggia con i loro cuccioli legati dietro la schiena; padri lontani dal loro Paese che riescono a vedere i propri figli solo poche volte l’anno (forse). Famiglie separate dalla lontananza o dal troppo lavoro.
Pensiamo a quando eravamo immigrati noi. Anche a noi nessuno ci voleva, eravamo piccoli, brutti, scurini e pieni di pulci… Fantastica considerazione che alcuni simpatici popoli hanno ancora di noi italiani.
Come noi?! Noi messi sullo stesso piano di quelli là, i migranti?!! Sì, proprio noi…
E sai perché? Perché noi non siamo diversi da nessuno, siamo esseri umani come tutti gli altri e siamo persone come Gesù (anche se Gesù era molto più di noi). Gesù il bisognoso, lo straniero che si aspetta di essere accolto e che puntualmente incontra rifiuto. Quando abbiamo di fronte una persona, pensiamo a Gesù. Ogni piccolo bel gesto o ogni brutta azione è come un dono elargito o negato a Gesù.
Accogliamo l’insegnamento di Gesù per riflettere: ogni migrante è un essere umano. Di lui dobbiamo avere rispetto noi per primi. Solo così potremmo costruire tutti insieme un mondo migliore per i nostri figli!
Tu cosa ne pensi? Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione, scrivila nei commenti!
Fonte: Enzo Bianchi, “L’altro siamo noi” Einaudi ed. Torino 2010.
Ciao! Grazie per questa bellissima riflessione! È dall’inizio della scuola che penso alll’immigrazione, perché mio figlio è in classe con 17 bimbi stranieri su 28! Ti ringrazio veramente perché nonostante sia credente, non avevo mai riflettuto su questo! Con poche e semplici parole hai affrontato un argomento scomodo, senza giudicare. Martina
Ciao Martina! Grazie a te per questo bellissimo commento! I bambini sono meravigliosi anche per questo: ci danno l’occasione per riflettere su cose che prima ignoravamo. Il tuo bambino ne è la prova: lui non incontra la difficoltà che incontriamo noi adulti perché quei 17 bambini sono semplicemente suoi amici, esattamente come gli altri 10. Grazie a te e a tuo figlio per questa grande dimostrazione di unione! Bea