C’era una volta… La scuola
C’era una volta la scuola… Un racconto malinconico di una mamma, Chiara del blog “Punto e Virgola Mamma “.
Puoi scrivere anche tu il tuo racconto a “La Posta di Bea”, trovi tutte le info qui. La tua lettera sarà pubblicata sul blog.
C’era una volta… La scuola
C’era una volta un luogo magico, dove venivano insegnate tante materie diverse, dove si creavano amicizie forti e dove si potevano costruire ricordi meravigliosi.
Si chiamava scuola e anche se non piaceva proprio a tutti era sicuramente il posto dove ci si emozionava di più.
La mattina tanti piccoli studenti partivano da casa con i propri genitori, che li lasciavano serenamente a scuola per poi tornarli a prendere dopo diverse ore.
Gli studenti entravano, si sedevano al banco e iniziava la giornata. Potevano alzarsi, salutarsi, abbracciarsi, ridere insieme. Potevano cambiarsi penne, matite, gomme e tantissime mamme a casa trovavano oggetti sconosciuti di altri bambini.
Le ore trascorrevano tra insegnamenti, interrogazioni, momenti di divertimento e di gioco.
Le maestre potevano dimostrare affetto ai bambini, avvicinarsi a loro, correggere i compiti, farli andare alla lavagna uno dopo l’altro.
Si faceva merenda tutti insieme, assaggiando anche le cose degli altri, per poi chiedere alle mamme di comprare quella brioche nuova o quei biscotti così buoni.
Le scuole che avevano uno spazio esterno permettevano ai bambini di giocare all’aria aperta, tutti insieme. Si giocava a prendere, con la palla, a correre e tantissimi altri giochi ad alto contatto.
Era bello tenersi per mano per raggiungere la mensa, dove si mangiava tutti insieme, ridendo e scherzando.
A volte a scuola non si andava, per qualche raffreddore o influenza tipiche di stagione. Qualche giorno a casa e poi tutti di nuovo a riabbracciarsi ancora.
Le maestre erano delle seconde mamme, legavano i capelli alle bambine, distribuivano fogli, fazzoletti e aiutavano a sbucciare la frutta.
Insegnavano ogni tipo di materia, spesso organizzando momenti dedicati al lavoro di gruppo, a lavoretti da svolgere insieme.
Poi si faceva educazione fisica, che è sempre stata la materia più divertente. E ci si poteva toccare.
Per uscire dalla scuola i bambini si tenevano per mano, rispettando la fila, pronti per continuare la giornata al parco o dedicandosi alle varie attività extrascolastiche.
La scuola non era solo istruzione. Era educazione. Gioco. Divertimento. Segreti. Amicizia. La scuola insegnava come comportarsi nei confronti degli adulti, ma soprattutto come creare dei legami saldi con i propri coetanei. Molti di noi, dopo tanti anni, frequentano ancora gli stessi amici di quegli anni.
E ora? Cosa succede? Quest’anno tutto è diverso e quel luogo magico ha iniziato a perdere un po’ di magia.
Ora prima di entrare a scuola ci si deve misurare la febbre, si entra tutti divisi, non si possono più incontrare gli amici delle altre classi.
Bisogna indossare una mascherina, che non consente di vedere le espressioni di insegnanti e compagni.
Bisogna disinfettarsi le mani di continuo, alla faccia di chi era abituato a giocare per terra e a stimolare gli anticorpi.
I bambini devono stare a distanza di un metro tra di loro e di due metri dalle maestre. Non possono muoversi dal banco, se no devono tirare su la mascherina.
Ci sono i segni per terra, per far capire bene che è importante non spostarsi dal proprio posto. Non ci si può più scambiare penne e matite, ma ogni oggetto portato a scuola deve essere usato solo ed esclusivamente dal proprietario.
Non ci si può tenere per mano o abbracciarsi e la ricreazione è meglio farla nel banco, o all’aria aperta ma con la giusta distanza.
La scuola è diventata un luogo dove si studia, si imparano cose nuove e ci si mette alla prova. Ma non è più il luogo perfetto in cui socializzare e stare a stretto contatto con i propri amici.
Le maestre non possono più abbracciare i loro bambini, fare le trecce, dare carezze. Anzi, devono sgridare i bambini se non rispettano le regole in vigore.
Se per caso viene un’influenza, bisogna aspettare i genitori in una stanza da soli con un adulto, e poi tutti a casa per tanti giorni, fino al momento in cui tutto passa.
La scuola potrebbe anche diventare a distanza e tutti potrebbero tornare a studiare attraverso uno schermo.
In questo momento le regole sono necessarie e sicuramente utili, ma quante cose belle vanno a perdersi. La scuola non ha più tutta quella magia e, anche se bisogna impegnarsi per rispettare ogni regola, non può non nascere un po’ di malinconia. Perché sicuramente si va a scuola per studiare, ma la stretta di mano di un amico è tanto importante quanto un bel voto. L’abbraccio degli amici, i giochi di squadra, le risate e la complicità sono importanti tanto quanto l’istruzione. E questo settembre ha un sapore molto diverso.
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Bea
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