La tradizione della Befana, come tutte le tradizioni, ha origini antiche.
In questo articolo ti racconto tante cose su questa festa, tanto amata da grandi e piccini.
La prima cosa da capire sulla tradizione della Befana è perché si chiama Befana
Avrai notato sicuramente l’assonanza tra Befana ed Epifania… Ebbene, il motivo è più semplice di quel che si pensa: tanto tempo fa, il termine “Epifania” veniva storpiato in “Befania”, per cui la nostra amica fu chiamata “la vecchia della Befania”, fino a diventare colei che rappresentava la festa stessa e così prese il nome di “Befania”. Poi, il tempo, che attenua le cose, fece anche scomparire quella “i” di impiccio e la vecchietta prese definitivamente il nome di “Befana”, diventando così il personaggio simbolo della stessa tradizione della Befana.
Secondo aspetto da chiarire della Tradizione della Befana è: che aspetto ha la vecchietta?
E qui nascono i primi problemi, perché esistono versioni discordanti: c’è chi sostiene che la Befana è cattiva in quanto è una strega ed è pure brutta e secondo chi la pensa così, chi è brutto, difficilmente può essere anche buono; secondo questa versione, la Befana sarebbe brutta, cattiva, sporca, trasandata e, addirittura si mangerebbe i bambini. E c’è chi, invece (e noi apparteniamo a questa corrente di pensiero, vero?) sostiene che la Befana è sì una strega, ma è una strega buona e non è neanche poi così brutta, nel senso che è vero che è una vecchietta, ma è molto curata, pulita e porta i capelli raccolti in una crocchia, come una qualsiasi nonna buona e affettuosa e i bambini se li mangerebbe, sì ma di baci!
Terzo aspetto della Tradizione della Befana: la filastrocca dice che vien di notte e con le scarpe tutte rotte. Perché?
Perché è una nonnina povera, come le nostre nonne contadine e i pochi soldi che ha li spende per comprare i regali per i suoi amati bambini, non certo per rinnovare le scarpe. Altro che cattiva!
Quarto aspetto della tradizione della Befana: ma se è vero che è buona, perché ai bambini birichini porta il carbone?
Perché, da brava nonna, ha anche il compito di educare, riprendere e correggere i bimbi, i quali, toccando con mano quel carbone nero e sporco, possono prendere consapevolezza delle loro marachelle e cercare di essere più bravi durante l’anno che verrà, in modo da non ritrovare più nella loro calza quel brutto e sporco carbone!
Ricapitolando, il motivo per cui, secondo alcuni, la Befana sarebbe cattiva deriva da quell’orrenda usanza popolare che ritroviamo sempre (non solo nella tradizione della Befana) di spaventare i bambini, in questo caso, per farli andare a letto presto oppure per farli diventare più bravi.
Quinto aspetto della tradizione della Befana: cosa c’entra la Befana con i Re Magi?
L’Epifania che, in greco, significa “apparizione all’esterno”, “manifestazione” è anche detta “Adorazione dei Magi”.
Secondo una leggenda, una notte tre Re che venivano da molto lontano, bussarono alla porta della Befana, la quale viveva sola, suo marito e i suoi figli erano tutti morti durante un’epidemia di peste. Volevano sapere la strada per arrivare a un paese che si chiamava Betlemme e le raccontarono di una stella che li avrebbe guidati nel posto in cui era nato un re. La Befana avrebbe voluto seguirli, ma era troppo impegnata con i suoi lavori domestici. Mentre puliva, spazzava e riordinava, il suo desiderio di portare i suoi doni al Bambino Gesù cresceva e cresceva e allora si decise: cercò i giocattoli dei suoi bambini nel loro vecchio baule, montò in sella alla sua scopa e si avviò. Ma la stella in cielo non c’era più e anche i Re Magi non si vedevano più all’orizzonte. E da quel giorno, tutte le notti dell’Epifania, la Befana vola nei cieli, entrando nelle case di tutti i bambini, alla ricerca del Bambino Gesù.
Infine: perché, secondo la Tradizione della Befana, si lasciano le calze vuote appese al caminetto?
Non c’è una fonte certa sull’origine di quest’usanza, ma ritengo che la spiegazione più giusta sia quella per cui la vecchietta, essendo povera, oltre ad avere le scarpe rotte, ha anche le calze rotte. Tanto è vero che secondo alcuni, la fantomatica filastrocca non reciterebbe “con le scarpe tutte rotte”, ma “con le calze tutte rotte”, per cui offrirle delle calze nuove è un gesto di gentilezza e riconoscenza nei suoi confronti.
Tu cos’altro sai della tradizione della Befana? Raccontamelo nei commenti!
Ringrazio Giorgio Mauri per tutto il quadro completo su questa bellissima tradizione!
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