
Gender cos’è? E le famiglie? Cosa ne pensano i genitori?
Ognuno di noi, quando diventa madre o padre, porta con sé il proprio bagaglio fatto di esperienze, emozioni e opinioni.
Ogni opinione, per definizione, si argomenta e si discute. Solo gli stereotipi e i pregiudizi restano fermi anche di fronte alle argomentazioni, perché evitano la fatica di pensare, di mettere in moto il cervello.
Come George Clooney nel film “Tra le nuvole” che all’accusa di essere un razzista risponde: “Sono come mia madre. Mi affido agli stereotipi. Si fa prima”. Ecco, appunto, si fa prima!
Il Gender cos’è? Quando il sentito dire vince…
Ho già diffusamente parlato della Teoria Gender e del perché si sia attivata una polemica infinita su tale teoria, in questi due articoli:
Teoria Gender: “giù le mani dai nostri figli!”
#nogender: l’hashtag per la “salvaguardia delle famiglie”
Quindi non staremo a riparlarne qui. Oggi mi vorrei concentrare sulle famiglie, noi genitori che siamo terrorizzati da questi discorsi. Ci bombardano di informazioni, spesso fasulle, da farci venire i brividi e portarci ad avere degli stereotipi: “la famiglia è sacra”, “i bambini non si toccano!”. Ma perché qualcuno in questo contesto ha mai detto che non bisogna avere rispetto della famiglia o ancor di più dei bambini?
Ci piace parlare sulla base del sentito dire, secondo la già citata legge dell’amica che ci ha detto che la sua amica ha sentito dire da un tale che ecc… ma alla fine chi è la fonte? L’amica? L’amica dell’amica? Il tale? Non si sa… Ma ci piace comunque essere i detentori della notizia.
Il Gender cos’è? Quando non guardiamo gli altri punti di vista…
Si è ormai talmente radicata in noi la convinzione che questa teoria esista e che i gay vogliono fare del male ai nostri bambini che ormai si fa prima ad avercela con loro e a difendere a spada tratta l’ideale di famiglia che abbiamo in mente noi a tal punto da farci paladini in difesa della festa della mamma o di quella del babbo! Ma c’è stato veramente qualcuno che ha proposto di togliere tali ricorrenze? Mio figlio e TUTTI i suoi amici, TUTTI, anche quelli di altre scuole e di altre città, TUTTI hanno festeggiato a scuola la festa della mamma e quella del babbo quest’anno e lo faranno anche il prossimo anno a meno che non scoppi una guerra civile, cosa peraltro ben più probabile vista la situazione politica e sociale in cui ci troviamo!
Ci siamo preoccupati delle firme “madre” e “padre” invece che “genitore 1” e “genitore 2” ma chi mai si è preoccupato dei bambini orfani di madre o di padre o di entrambi?
E chi mai si è preoccupato dei bambini adottati (da genitori etero) quando la maestra ha chiesto a tutta la classe di portare delle fotografie di quando sono nati?
O ancora del tema di italiano dal titolo “Parla del tuo week-end trascorso in famiglia” dato ai figli di genitori separati?
Si tira fuori la carta della sensibilità dei bambini, ma di questi bambini orfani o di quelli adottati o di quelli che vivono in due case separate, della loro sensibilità e dei loro sentimenti ne abbiamo parlato abbastanza?
Ma ora sono i gay e le loro teorie sul Gender che ledono la sensibilità dei bambini, è più facile affidarsi a questo stereotipo… Per il bene dei nostri figli, ragioniamo con la nostra testa e informiamoci senza parlare sulla base del sentito dire…
Se ti va, puoi fornire qualche risposta a tutte queste domande, nei commenti!
Fonte: Michela Marzano, “Papà, mamma e gender”, Utet ed. Novara 2015
Ciao sono JeamyAmore di G+
È davvero spregevole che ancora nel 2018 ci SI debba scontrare co questi stupidi pregiudizi malsani e permettimi di dire…frutto di ignoranza non solo informativa ma soprattutto morale e di amore.
SI deve sempre giudicare tutto : omosessuali, gender, transessuali, il ragazzo della figlia, la ragazza del figlio. .insomma tutto… altrimenti si sta male…
Penso che l orientamento sessuale e Le decisioni a riguardo del proprio corpo siano argomenti di cui nessuno si dovrebbe mettere seduto a giudicare pensando di sapere di cosa parli. È una sfera talmente intima che l unica cosa di cui ci si dovrebbe preoccupare da genitori ma sopratutto da persone è porsi questa domand MA TALE BIMBO STA BENE? SI SENTE A SUO AGIO? SE È CIÒ CHE GLI FA BENE ALLORA AMEN VA BENE SI FA LO SOSTENGO E LO INCITO.
L amore per se stesso e per gli altri dovrebbe essere la base assoluta DI cui preoccuparsi. AMORE MIO TI PIACCIONO I MASCHI? MI DICI CHE HAI UN RAGAZZO? VA BENISSIMO. Tu SEI FELICE? ALLORA ANCHE MAMMA E PAPÀ LO SONO. ANCHE IL MONDO LO DEVE ESSERE. LA VITA È TUA E DECIDI TU CON CHI E COME CONDIVIDERLA. .
questa xenofobia andrebbe annullata.
E L empatia dovrebbe essere l unica amica con la quale rapportarsi sempre prima di far uscire fuori dalla bocca cose spregevoli e senza senso.
Basta giudicare la via altrui iniziamo a giudicare la nostra di vita e porco la domanda E SE CAPITASSE A ME O MIO FIGLIO?
Scusa lo sfogo ma sono stanca di ascoltare anche in tv determinati pareri insulsi
Ciao JeamyAmore, che piacere risentirti!
Sono felice che tu abbia riaffrontato un argomento ormai datato 15 novembre 2016 perché è un tema importante, da non tralasciare.
Peraltro, in questi quasi due anni, ho notato un leggero cambiamento nella società, soprattutto nel pregiudizio e nel giudizio. Lieve, molto lieve, ma credo che qualche piccolo passettino in avanti sia stato fatto e, permettimi di dire, anche grazie a noi blogger che ci siamo prodigati a divulgare notizie VERE, senza dare allarmismi alle persone e alle famiglie. Perché è facile puntare il dito contro le persone, ma bisogna rendersi conto che queste sono rimbombate di notizie FALSE, volte solo a fare notizia, ad avere successo come sito, come movimento o, peggio ancora, come testata giornalistica.
Sono d’accordo con te, riguardo al fatto che la felicità dei nostri figli debba sempre essere la cosa più importante. L’empatia, come dici tu, dovrebbe essere sempre messa davanti a tutto, ecco perché, come ho spiegato in alcuni articoli in cui presentavo il libro di Céline Alvarez “Le leggi naturali del bambino”, dovrebbe essere sviluppata nelle scuole, già a partire dall’asilo nido o dalla scuola dell’infanzia. Solo così, a mio avviso, potremmo vivere in una società migliore.