
La ninna del bimbo. Tu quale tecnica hai adottato?
Jessika del blog Prima Parola Mamma oggi ci parla delle tecniche che possiamo utilizzare per la ninna del bimbo:
Quante volte, solo per il gusto di fare una semplice conversazione, a voi mamme sarà capitato di sentirvi dire questa frase: “Guarda che occhiaie che hai? Ma non dormi la notte? Il piccolo non ti fa “tutta una tirata?” Magari a questa, si sono susseguiti vari suggerimenti su come far addormentare il pupo, o ancora vi avranno consolato dicendo che vi aspetteranno altre nottate in bianco, dondolando avanti e indietro, per ore e ore, picchiettando leggermente la mano sul pannolino del bambino, intonando un “oh oh, oh oh”, fino a quando il batuffolo non andrà all’asilo.
Ma in realtà non è così. Perché i bambini sono come gli adulti, e come questi, a volte hanno problemi nel dormire tutta la notte, anche i bimbi non riposano bene e si svegliano frequentemente.
Per fortuna ci sono gli esperti che ci suggeriscono come far addormentare da soli, i pargoletti, con vari metodi.
La ninna del bimbo. Tu quale tecnica hai adottato?
Bisogna innanzitutto fare osservazione delle abitudini, orari in cui si sveglia, ad esempio la bambina e poi decidere il metodo da adottare. Principalmente sono due: quello brusco e il metodo dolce.
Il metodo brusco, ossia quello di lasciare piangere la bambina fino a quando si sarà stancata e si addormenterà sfinita. Questo metodo è infallibile per tutti i genitori determinati e motivati, a cui non importa il giudizio altrui, né danno peso alle lamentele dei vicini. A tal proposito, magari sarebbe opportuno da parte della mamma e del papà, avvisare i tipi della porta accanto, che si sta provando a fare abituare la bimba ad addormentarsi da sola e tranquilla. Tanto per evitare qualche denuncia! Sentire il pianto di un bambino è certamente straziante, l’agitazione degli estranei è da comprendere.
Il metodo dolce, il “ Solving your sleeping problems” del dottor Feber da cui questa tecnica prende appunto il nome, funziona così:
La bambina si lascia nel lettino, dopo averle dato una carezza, un bacio della buonanotte e ci si allontana dalla stanza. Quando lei piangerà, perchè è certo che lo farà, la mamma rientra nella cameretta dopo qualche minuto e la consola senza prenderla in braccio. Ripetere tutto ogni volta che piange, con l’unica accortenza di allungare il perdiodo di tempo in cui la lascaite sola. Esempio, la priva volta, quando lei piange, entrate subito. La seconda volta, aspettate 2 minuti. La volta successiva 5 e così via, fino a quando non si addormenterà da sola.
Un altro metodo è la SVEGLIA SISTEMATICA. Ne hai mai sentito parlare? Secondo degli esperti, la causa dei risvegli notturni, si deve alla troppa stanchezza della bambina. Se si anticipa la sonnolenza naturale e messa a letto, si addormenta facilmente e bene. Come fare? Semplicissimo: tenere una settimana il diario in cui segnate l’orario di sveglia della bambina durante la notte. Impostare la sveglia su quell’ora e quando suona, alzatevi anticipando i suoi risvegli.
Una variante per i bimbi più grande è quella di consolarli, seduti vicino il letto finche non si addormenta. I bambini piagnucolano durante il sonno leggero quindi a meno che la bambina non abbia lanciato un urlo di aiuto o chiamato “mammaaaaaa,” prima di correre a consolarla, aspettare qualche minuto o sbirciare dalla porta, senza farsi vedere dalla piccola, cosa sta succedendo.
In ultimo, ma molto diffuso è il Coosleeping, o Attacchment Parenting, cioè teoria dell’attaccamento. Questa favorisce l’allattamento notturno a richiesta. La presenza dei genitori, attraverso il loro contatto fisico e l’odore, trasmettono un messaggio rassicurante alla bambina. Certo, questo metodo mette a dura prova il rapporto tra mamma e papà, che devono essere d’accordo entrambi nel seguire questa filosofia, altrimenti si rischia di intralciare l’intimità della coppia.
Ed IO? Io ho provato un po’ tutte delle tecniche suggerite, ma alla fine ho scelto il metodo “ Come vuole Sofia”. Ho fatto un minestrone delle varie tecniche che hanno portato ad una messa a letto personalizzata , seguendo una routine tutta nostra. Quando durante la notte si sveglia chiamandomi per essere presa, io la porto nel lettone. La maggior parte delle notti succede questo. Il lieto evento del fa “tutta una tirata” capita rare volte. Ma c’e’ da dire anche che ho sempre pensato che se lei piange perché vuole essere rassicurata e coccolata, perché devo negarglielo? Io starei male se un mio affetto, ad una richiesta di coccole, mi dicesse: “No, adesso no, stai buona altrimenti ti vizi.”
Ma che dire, mi godo il momento, non rimarrà con me sempre. E tu? Quale tecnica hai adottato? O da quale metodo, hai preso qualcosa per poi personalizzarlo a tuo piacimento? Scrivilo nei commenti!
Jessika cura per l’Agenda la rubrica “Scoprire il mondo dei piccoli”. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo!
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