
I primi fiorentini.
Quali furono i primi fiorentini e perché scelsero proprio questa zona come luogo in cui vivere? Di cosa si occupavano? Dove abitavano? Scopriamo ciò che riguarda i nostri antenati…
I primi fiorentini.
I villanoviani scelsero questa zona per il loro stanziamento perché qui trovarono una natura fertile e ricca di selvaggina. Il territorio era diverso all’epoca, più paludoso e fertile. Anche l’Arno aveva un altro aspetto: si ripartiva in tre bracci, all’altezza dell’attuale zona di Bellariva e si ricongiungeva in un unico braccio più a valle.
I primi fiorenti si stanziarono nella zona di Orsanmichele, mentre la necropoli si trovava più a ovest, dove all’epoca scorreva il Mugnone. Abitavano in capanne di forma circolare a probabile base palafitticola, dato il problema delle piene che periodicamente anche a qual tempo dava l’Arno… La base circolare ci indica l’epoca arcaica di realizzazione di queste abitazioni: infatti, con lo sviluppo della famiglia “nucleare” (più simile alla nostra) si andarono a sostituire le capanne a base circolare con quelle a base rettangolare.
Le principali attività dei primi fiorentini riguardavano la caccia, la pesca, l’agricoltura, l’allevamento ma anche la lavorazione della ceramica e dei metalli, arte in cui erano molto abili. Ed erano anche mercanti, per cui spesso si spostavano per seguire i loro commerci.
Secondo alcuni studiosi, l’origine etrusca va ricercata proprio in questo popolo, ovvero con quelle popolazioni villanoviane arricchite con i commerci, soprattutto con il Mediterraneo orientale. Questa ricchezza acquisita con il commercio avrebbe portato a un radicale cambiamento di vita e di abitudini e al conseguente sviluppo di quella civiltà colta e raffinata quale è quella etrusca.
Nei prossimi articoli scopriremo tante curiosità sul popolo etrusco.
Cos’altro sai su ciò che riguarda i primi fiorentini? Scrivilo nei commenti!
Fonte:
Luciano Artusi e Donatella Cirri, “Storie della Storia di Firenze”, Sarnus ed. Firenze 2016
Giuseppe Dalla Fina, “Etruschi”, Giunti ed., Milano 2018
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