Fortezza Santa Barbara a Pistoia
Scopriamo una delle bellezze della città di Pistoia, la Fortezza Santa Barbara, a cui, purtroppo non viene data l’importanza che merita.
Si trova vicino a uno dei parchi più grandi della città, Piazza della Resistenza, comunemente detta Piazza D’Armi.
Fortezza Santa Barbara a Pistoia
La Fortezza fu eretta durante i primi decenni del 1300.
Come scrisse il Fioravanti, nelle sue memorie, si narra che “in quei tempi, passasse per la città di Pistoia, San Barnaba Apostolo e che ancora spargesse per la medesima i semi dell’Eterna Verità”. San Barnaba soggiornò in una chiesetta che poi gli fu dedicata col nome di Fortezza, che prese quindi il nome di Fortezza di San Barnaba.
In origine, quindi, la Fortezza non si chiamava Santa Barbara ma San Barnaba perché fu costruita presso l’oratorio in cui soggiornò San Barnaba.
Per la costruzione della Fortezza, furono acquistate le case che si trovavano intorno all’oratorio, per poterle demolire e costruire il fortilizio. Fu scelta quella zona perché era un punto strategico sia per il dominio della città che per la possibilità di comunicare con le torri Barbarossa di Serravalle e quella di Montecatini Alto.
La Fortezza fu realizzata dai fiorentini (che avevano il dominio della città) ma a spese dei Pistoiesi e fu eretta per tenere sotto controllo gli irrequieti e facinorosi abitanti della città.
Pistoia, infatti era nota per essere una città molto turbolenta, è infatti citata nel XXIV Canto de L’Inferno di Dante:
“Vita bestial mi piacque e non umana,
sì come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci
bestia, e Pistoia mi fu degna tana”
(Inf. XXIV, 122-126)
Quindi, Pistoia appariva come una città brutale agli occhi del Sommo Poeta e appariva brutale a tutti i fiorentini che, infatti, decisero di costruire in questa città una fortezza, in cui risiedeva l’esercito fiorentino per tenere sotto controllo il popolo. Inizialmente, la fortezza era di tipo offensivo, più che difensivo, quindi.
Nel 1343, approfittando della situazione di tumulto che si era creata a Firenze con la cacciata del dispotico Duca D’Atene Gualtieri VI di Brienne (a cui i governanti di Firenze avevano affidato il potere della città per risolvere la grave crisi economica che stava dilagando), i Pistoiesi presero d’assalto la Fortezza, simbolo del dominio della città del Giglio: fecero scappare il Castellano (l’addetto all’approvvigionamento delle truppe) che era un fiorentino e che se ne dovette tornare alla sua città d’origine. La cacciata del Duca d’Atene è raffigurata anche in un affresco, attribuito all’Orcagna, che si trova in Palazzo Vecchio a Firenze.
Ma questo tentativo di ribellione ebbe scarso successo, infatti i fiorentini ripresero il dominio della città.
Due secoli più tardi, la Fortezza divenne quella che tutti conosciamo oggi: Cosimo I (da non confondere con Cosimo il Vecchio che era nonno di Lorenzo il Magnifico, Cosimo I era il figlio di Giovanni dalle Bande Nere nonché pronipote di Lorenzo il Vecchio, il fratello di Cosimo il Vecchio. Quindi si chiamava Cosimo I perché era il primo della sua discendenza verticale, ma non di quella della famiglia Medici) decise di ampliarla, affidandone il progetto principalmente a tre architetti:
- Giovan Battista Bellucci che ne curò l’architettura militare
- il maestro Nanni Unghero che fu l’iniziatore delle nuove tipologie difensive
- Bernardo Buontalenti a cui Cosimo I dette l’incarico, durante gli ultimi anni della sua vita, di ampliare la fortezza con un grande baluardo che inglobasse la piccola fortezza medievale preesistente e capace di ospitare un numero ben maggiore di cannoni e di colubrine
Il motivo per cui Cosimo I decise di costruire la nuova fortezza risiede nel fatto che:
- voleva soccombere i tumulti che si stavano creando in città a causa delle lotte egemoniche tra le due famiglie Cancellieri e Panciatichi
- ma soprattutto voleva creare un ostacolo ai nemici che intendevano entrare nel Granducato (Pistoia, infatti, è la prima città che si trova dopo l’Appennino, all’ingresso della Toscana)
La Fortezza, quindi, prese il nome di Santa Barbara, in onore della patrona dei Bombardieri, la Compagnia militare che Cosimo I introdusse nel Fortilizio. Un po’ per questa ragione e un po’ perché il nuovo nome era molto simile a quello vecchio…
Tra le modifiche più importanti della nuova fortezza si ha il percorso di ronda, costruito verso l’interno e non verso l’esterno e più largo rispetto ai percorsi di ronda di altri fortilizi. Questo permetteva il passaggio di ben due soldati che si incrociavano e che avevano il controllo della situazione in due direzioni. Inoltre, il percorso di ronda verso l’interno permetteva, in caso di attacco nemico di poter coprire tutto il perimetro, senza esporsi.
La Fortezza fu poi disarmata tra il 1773 e il 1774 per volere di Pietro Leopoldo, grazie al quale Pistoia conobbe un periodo di grande splendore.
Divenne poi caserma, carcere militare e luogo che vide episodi di violenza come quello dell’uccisione di alcuni patrioti pistoiesi, tra cui spicca il nome di Attilio Frosini, giustiziato dagli austriaci il 29 Giugno 1849.
episodi di violenza avvennero anche nel 1944, con la fucilazione di alcuni giovani pistoiesi da parte dei tedeschi.
Hai mai visitato la Fortezza Santa Barbara? Scrivilo nei commenti!!
Con la speranza che si possa realizzare qualcosa di bello, magari per i bambini, visto che la Fortezza si affaccia su uno dei polmoni verdi più grande della città. Io sono disponibile per offrire qualche idea, se l’amministrazione comunale mi vuole ascoltare, sarò ben felice di scambiare quattro chiacchiere…
Bel post, ricco di storia ma soprattutto di passione!
Pistoia mi manca come città da visitare anche se ce l’ho in lista da un po’. Spero di riuscire ad andarci la prossima primavera…
Ciao Priscilla,
spero tanto tu riesca a venire!! Fammi sapere se riesci!